sabato 4 febbraio 2012

Diario dalla palude

Un ice-post tratto e riadattato da "Orizzonte mobile" di Del Giudice.
Bellissimo questo video, da un documentari di Wemer Herzog



Nella base artica, la baracca nella palude
Longitudini e latitudini
45° 38' a nord 12° 15' a est (Casier - Tv-)
La merla nei giorni, l’Antartide
Smilla aveva un senso per la neve



I pinguini guardavano i propri compagni morti

con assoluto stupore. “Non importa cosa sarà di me”

sembravano dire i loro occhi. Non sapevano della merla.

Il pinguino mi guardava incredulo. Ha fatto un giro

un giro completo attorno a sé. Secondo lui

dovevo essere sparito. Se fai un giro attorno

le cose dovrebbero cambiare. L’ho fatto anch’io

un giro completo però volevo che delle cose tornassero

com’erano prima.. Il segreto dei pinguini, nei giorni

della merla, è nel loro essere al tempo stesso impeccabili

ed impacciati. Nella loro grazia c’è una sorta di autoironia.

Non ce l’hanno fatta a diventare pesci e pur essendo uccelli

non volano piu e come bipedi sono lenti e preoccupati.

Non so se sai che sono i maschi a covare le uova.

In mezzo al ghiaccio, sulla riva

davanti alla baracca, ce n’era uno e cosi sono andato la.

C’era bufera e non si vedeva quasi niente. Ho scostato

Il pinguino di lato, ho preso l’uovo e ho sentito questa cosa ovale e fredda.

Era un uovo di ghiaccio. Sembrava vero. Il pinguino s’era perso l’uovo,

si vergognava, se n’era fatto uno finto.

L’ho guardato. Mi sentivo sconvolto.

Negli occhi del pinguino la mortificazione, per quella sua struggete finzione.

e io gli stavo portando via anche quella.



mercoledì 1 febbraio 2012

Amorevoli lame che pianti


knives from ,\\' on Vimeo.
.

VIOLA AMARELLI


(prendi un coltello)

Prendi un coltello-bambina.
Attenta ai mostri. Ai lupi. Ad amici e parenti.
E sconosciuti. 
Prendi le forbici – gioia.
C’è il male e c’è la pazzia.
Attenta a non incontrarli, per ora, ora che è
troppo presta.
Diventa tu folle, affonda le lame,
dentro più dentro coi denti.
C’è la paura e c’è l’orrore. Umano.
Carezza le bestie.
Tua madre ti ama.

Preso da qua http://www.nazioneindiana.com/2012/01/22/violas-knives/#more-41417

Fulminante, come il gesto rapido del lancio

Spietato. Crudele pare ogni verità. Tua madre ti ama.
La lama ti sfiora. Non si vede sangue.
Non ti ho mica fatto niente? E' solo amore.
Come l'amore t'amato infine si mostra: Attenta!
Lame dentro le parole, negli sguardi, nei silenzi.
Lamette nel minestrone, schegge di vetro nel tiramisù
Ma che altro puoi fare? C'è un rischio da correre.
E volano coltelli. Poi tanto ti abitui, pian piano...vedrai.
Ogni amore si annuncia, nasconde lame lanciate
che ti schivano e si piantano, la carne freme, alle volte si eccita
Ti abitui al pericolo, purchè non finisca, l'amore molesto.
Purchè non ti si lasci al silenzio, all'indifferenza,
purchè non ti faccia sentire senza niente.
Il pericolo si annida fuori da ogni amore, dove sei solo.
E' la che temi stare, senza niente.
Dove nessuno lancia coltelli o, se sono, son altri, quelli cattivi.
Carezza le bestie.
Le bestie che ringhiano dentro ogni amore.

(simurgh)
quando diventa uomo loro
li lanciano veri,
quando loro diventano lei
 invece la lama si scioglie
e l'arma del delitto sparisce,
sono più "fini" le signore.


più son signore e più sono affilate
e mica intendo dire di taglia o tailleur.
(Ugo)




A Wislawa Szymborska