lunedì 31 ottobre 2011

santa sangre


Santa sangre


"Sincronie di errori non prevedibili"

Li ho visti un paio di anni fa a Venezia. Forse anche tre o quasi quattro adesso. Guardavo questa danza da teatro (?) ma pensavo alla prevedibilità o meno degli errori. Mica che me lo facessoro capire loro con quella specie di gesti e danze, macchè. Voci corpi e suoni agli arresti domiciliari, quella sorta di tensione data dalla costrizione, dal frustrante. Uno guarda questi gesti e capisce che sono errori, indisciplinata scoordinanza. Lo fanno apposta, devono trasmettere un'idea. Avevo lo stomaco che brontolava, ricordo bene questa cosa, avevo fame. Stavo la a smenarmela nel farmi digrignare in testa questo concetto, incipit o assunto delle sincronie di errori non prevedibili. Lo facevo per poi far bella figura con la tipa che era con me, che facevo dei ragionamenti interessanti e gia questo secondo me è un errore che si sincronizza poi con altri per analogia e conseguenza naturale. Gli errori, non è che uno vuole farli, anche se spesso gia prima ne ha il presagio. Se c'è qualcosa che si puo considerare prevista è che l'errore verrà a palesarsi e sicuramente deriderci, che non c'è niente di peggio. Personalmente sono affezionato ai miei errori, non mi pare d'esser altro. Forse attraverso quelli ho sviluppato quel che sono. Sempre pronto a rifarne. Ho un rapporto affettivo con loro. Inevitabilmente si è legati per quanto li si voglia negare. In fondo l'imprevedibile è la parte seducente della vita. Che lo siano gli errori e anche gli amori. Questa è una frase che dovevo dire a quella là. L'errore è un vecchio ordine delle cose che tenti di scardinare. E in uno scarto si annida l'errore che la previsione non ha anticipato ne previsto. Certo che a guardar questo spettacolo si capiva che uno da piccolo aveva avuto delle esperienze insane e piu tardi letture conturbanti e schifose.

non c'è narrazione, ma solo accadimento,
E' anche vero che a volte ci si accorga della sfacciataggine di certi errori cosi almeno ci si evidenziano le verita troppo modeste che ci stanno sotto.
Cosa sarà mai questo errore? Questo giusto e sbagliato? Ma chi l'ha detto? Come si è arrivati alla determinazione di questo concetto? Si parte da un assunto, e va bene. L'assunto che sia cattivo, non buono l'errore. Anche se dicono che sbagliando si impara. Un esercizio di conoscenza.
Metti che con quella tipa la di quella volta che eravamo a vedere questo spettacolo, con la quale poi cercavo di fare dei ragionamenti sopra lo spettacolo per far la mia bella figura,metti che poi con questa bella figura che cercavo di fare lei fosse contenta di mettersi insieme con me e che venisse fuori una storia. Metti che questa storia ha funzionato per un po e poi, come tante, è andata a finire male, metti, e che poi io di male ci son stato da cani ma da cani, allora questo poi venga considerato un errore, che non ci dovevamo mettere assieme e che questo fosse un elemento imprevedibile allora, all'inizio quando volevo far bella figura e l'ho portata a vedere quelo spettacolo e avevo anche lo stomaco che mi brontolava, le sincronie di errori non prevedibili era una sorta di premonizione, come se nascessimo in quella storia sotto quel segno e che tutte le
domande sull'esistenza, sulla relazione, sulle presunte verità e sui mascheramenti, sull'amore perverso verso l'aguzzino che alberga fuori e dentro di noi me le fossi poste senza margine di errore, e che quello fosse solo un'inciampare che andava a sovvertire tutto un ordine precostituito che avevo prima e che questo andava a scompaginarlo perche quella la mi piaceva ed io ero solo e volevo mettermi assieme, perchè lei mi guardava ammirata mentre io le esponevo i miei ragionamenti e via discorrendo e che tutto questo va a scardinare tutta la serie di piani ordinati sui quali abbiamo costruito in maniera rassicurante le nostre caverne accoglienti e sempre più sofisticate e tecnologiche, messe in rete e tutto.

"Sincronie di errori non prevedibili". Allora, ragionando con lei dopo, quando eravamo andati in un bacaro a bere due ombre tre e mangiare dei cicchetti, io ho capito delo scarto, del margine che l'errore concede e della sua prevedibilità, che se non fai delle cose delle altre non accadono e le sincronie vengono a saltare, e che quello spettacolo mi insegnava questo e tutto il resto che non doveva accadere. Allora gliel'ho detto: Guarda che io e te non possiamo metterci assieme sai. L'hai capito?, gli ho detto. E lei:" E perchè?".
Ecco, non son facili da spiegare le cose, secondo me.

6 commenti:

teti900 ha detto...

ahahah gli sputi:)))
allora vai rivederti i commenti qui:))

adesso è niente in confronto!
poi sai che io te la do sempre e volentieri!
(l'attenzione, lo dico per i maligni:)
ps. penso anche io sia l'orto o il tasso, io semino e lui dissoda, sgrunt!

pps. chi post clonato ferisce, di commento clonato perisce;)

teti900 ha detto...

buon giorno, neanche pensavo mi rispondessi di là, avessi visto che il post era anche qui non avrei neanche commentato, invece le notifiche sono sempre imballate.
sì il precedente è stato il primo di SIMURGH sui paralleli ed è vero, nel frattempo è cambiato per questo dicevo che sei giovane puoi rimediare.
spesso torno indietro ai post di un anno prima, e un po' mi sembra che il blog serva anche a questo a confrontare come le cose mutino per processi e associazioni successive.
forse i pensieri non sono altrettanto capaci di rilevare queste sfumature di senso (o non senso come ci piace dire) insomma a me piace sfogliare tra le parole e le immagini e spesso scoprire che l'interpretazione di allora sebbene simile a quella attuale ne è comunque dissimile, come i contenuti avessero trovato una diversa forma.
la sostanza, la forma, a volte mi arrabbio per qualcosa e poi mi accorgo che è la forma che mi disturba, ma che nella sostanza sano concorde.
è un difetto che gli esteti ben conoscono.
non è ruffianeria, ma da te io trovo direi sempre, o quasi sempre, un equilibrio delle due: forma e contenuto e in più un bel po' di spunti (non di sputi come dici, ma sorrido:) di quel che mi piace insomma.
quello che sta in mezzo tra due cose, due persone, spesso un niente perchè è difficile da dire, ma che è denso (come dici anche tu).
vado a finire di tagliare l'erba prima che mi cadano le braccia o mi si stacchi il collo dalla testa.
ho male ovunque, ma voglio prendere sto diploma di paglia prima dell'apocalisse.
grazie ancora per il tuo tempo e scusa i toni confidenziali usati di là.

simurgh ha detto...

Già dato
"le cose mutino per processi e associazioni successive."
Mi piace questa osservazione. Le infinite variazioni. Un maniacale ossessivo, potrebbe starci per anni. Non aver bisogno di altro. Come nelle variazioni goldberg di bach. Quelle di Gould. Ci costruisci una filosofia universale, metafisica, l'estetica della forma. La sostanza che è? Cosa senza forma forse? Per associazione mi vengono in mente 32 piccoli film su glenn gould. Eccone uno qua
O questo
Aspetta

simurgh ha detto...

Che dicevo?
Mi perdo sempre in qualcosa.
Esco a bere lo spritz, a vedere chi c'è, a dare un'occhio all'argine del fiume, a cantare una canzone. Ci sentiamo dopo

teti900 ha detto...

i video sui 32 film ecc li vedo volentieri appena la connessione si stabilizza, a fatica ho dato un'occhiata all'ultimo post, ma non ancora ai video.
però stamani ho scritto un post per il prossimo 17 novembre (una staffetta sull'odiato libero, ma è di un amico, non posso esimermi).
è sull'indignazione ecc e immaginando che ognuno la finirà tirandoci in mezzo l'ammore unniversale come panacea di ogni mmale, ho detto la mia come al solito a sproposito. per ora è una bozza, ma di qui al 17 viene su più stronza di sicuro o stronzamente veritiera.
la signora Gualtieri da quel che ho letto è nella fase sgomenta, coinvolta, interrogativa.
a me sembra di esserne quasi fuori (anche dall'indignazione in effetti mi sembra di esserne fuori), abbiamo infinite risorse a cui accedere per aspettare di morire dando_ci un'idea, un barlume di impercettibile differenza tra lo stato di sopravvivenza e quello di coma apparente.
o no?
brava però la signora Gualtieri, io meno, poco meno che analfabeta sono, ma _ nella mia testa _ le cose sono ben dette. è fuori che escono quasi sempre storte (o maledette)!
ci sentiamo dopo? cosa ci canti?

simurgh ha detto...

Sull'indignazione, cara teti, ne ho un fastidio che appena la sento mi vien da mandare a cagare. Gli indignati e offesi, che vuoi che ti dica, a me pare cosi di avere un atteggiamento un po snob ma le parole di massa mi danno fastidio (anche le masse).
Sarà che io me le immagino le facce degli indignati, il grugno, la disapprovazione, il dito alzato che redarguisce. I puritani. Per carità, ci sono ragioni da vendere in quella indignazione, ma è l'eco che questa parola mi suscita, da puritani, moralisti che hanno l'occasione per dirsi indignati e cosi me li vedo anche con l'aureola in testa. Insomma provo un tremendo fastidio per quella parola.
Della Gualtieri amo l'effetto scenico, estetico e truce. E' qualcosa al di la di quel che dice, la metafisica. Della lagna non mi interessa e manco ancora di cosa andremo a raccontare ai nostri figli o di come l'abbiamo ridotto il mondo. Chi? IO? Mi piace quel teatro, ecco. Le parole somo d'impatto apocalittico, recitate in quel modo. Insomma dovrei scriverci un commento sotto a quel post. Mi stai dando degli stimoli. Grazie