venerdì 7 gennaio 2011

Cose che passano



C’era stò freddo fuori lungo la riva
Perlustravo il fiume tirando calci ai sassi,
quasi ce l'avessi con qualcuno.
La gallina rossa mi camminava davanti.
Il cielo senza luce lanciava vetri freddi.
Avevo in tasca del giaccone verde da guerra,
un mezzo toscano. Me lo son infilato in bocca.
Mi son fermato a guardare dall’altra parte della riva.
Dentro di me non mi poteva portar nessuno.
Ero abituato ad andarci da solo con il mio fucile.
Sapevo usare il vento, far girar le giostre
Far dondolare le altalene, tirare freccie e imprecare.
Ero un piccolo Re con il mezzo toscano in bocca.
Tenevo l’immensità tra i denti e la gallina razzolava
Avevo preso il cielo con un gancio e lo tiravo giù.
Ero in piedi nella mia terra di mezzo con le gambe
un po’ aperte , che è quella dell'indecisione ed il fiume
o ti ci butti per attraversarlo o ci vai lungo la riva
e lo guardavo, piantato con le gambe un po larghe
una rifrazione da modificare in un che fare?
Ma mi sentivo forte con quel toscano in bocca là.
Si esplora, si tenta, si prova. Io la vita l’ho sempre
aspettata al varco. Non l’ho mai cercata.
Per via che non si mettesse a far con me la preziosa
Era lei a venirmi incontro. Ed io avevo in mano un fucile.
Un giorno gliel’ho detto chiaro e tondo:
Ognuno per la sua strada, bella.
Con il mezzo toscano in bocca e le braccia conserte
Mi pareva di essere Clint Eastwood in Million dollar baby
Un campione di pugilato,
uno che sa come stanno le cose
La gallina in fondo alla strada si era fermata
La testa girata mi guardava un po’ perplessa.
Sbuffavo fumo, mi indurivo, diventavo una carogna.
Ero pronto adesso, se voleva venir avanti, ero pronto.
Caimano mi chiamavano da giovane.
Nessuno come me faceva i tuffi dal punto
più alto della draga che tirava su ghiaino.
Mi tuffavo e sparivo nel fondo
Attraversavo il fiume senza mai risalire.
Ero il Caimano.
Ed ero la che gongolavo con questa forza terribile
quando di colpo mi è passata l’invincibilità.
La gallina era tornata indietro e mi stava vicina
Da sotto mi guardava con occhi di sgomento.
E’ cosi che di colpo ti senti un po’ scemo.
Ti dici che le cose che hai pensato non le dirai a nessuno.
E invece guarda qua, son venuto a sputtanarmi.
Mi son tirato su il colletto del giaccone verde
E son tornato indietro. Non mi sentivo piu un campione.
La gallina non so cosa ha pensato di me.
Son cose che mi passano, gli ho detto.
Cose che passano
Come l'acqua scorre, contromano



da "Poesie che vengono come vengono, che non stò mica tanto là.." di simurgh

2 commenti:

teti900 ha detto...

( __ secondo il mio parere _ per quel che può valere________ c'è una cosa impagabile che si acquista nel diventare maturi per non dire vecchi, costruire racconti che abbracciano una vita ed essere credibili.

"E’ cosi che di colpo ti senti un po’ scemo.
Ti dici che le cose che hai pensato non le dirai a nessuno. (...)"

non importa se la storia ci fa poco onore, quello viene dall'averla vissuta e dal saperla elaborare e poi proporla agli altri come una cosa semplice o almeno possibile ________

in qualche modo anzi nel modo stranissimo che hai di combinare le parole, che a volte vengono meglio di altre ma che da buttare è difficile che succeda, succede che è la mente visiva che usi quando sei appunto al cinema che si gode ste storie e alla fine ti vien quasi da chiederti: "ma l'ho pagato il biglietto?"

simurgh ha detto...

teti900
A diventare vecchi s'impara a non vergognarsi, magari. Non so se si è piu maturi. Non è il mio caso. Un pero crudo che cade dall'albero perchè un merlo l'ha sbecottato. Uno che è maturo poi sta presto a marcire? Ho questa gran commozione che mi prende a volte nel vedermi. La racconto e appaio credibile, mi dici. Si vorrei, mi piace. Che vuoi, uno si sente un pò scemo perchè si mette qua a raccontarle. I ragazzi della palude mi prenderebbero per il culo per giorni e giorni. A volte c'è questo bisogna. Mi da sollievo. Mi faccio i miei film, tiro su storie. Penso sia una sorta di auto terapia. La narrazione serve a svelare a me, innanzitutto. Non è prettamente narcisistico il fatto. A me serve per esplorare. Non è che sono uno che riesce a pensare alle cose sue. Per pensare ho bisogno di scrivere. Se vado dietro ai pensieri mi perdo in mille rivoli. Mi succede anche scrivendo ma meno. C'è piu controllo. Sai, una persona adulta si pensa sogni meno, sia pratica e non si faccia le scorribande con i pensieri. Ha bisogno dell'arte, delle poesie, delle canzoni. Ha bisogno di chi ha continuato a giocare, che non ha smesso per diventare grande. A me quando la vita o una relazione si fa seria non mi piace mica. Con la serietà non vado d'accordo. Eppure anche il gioco è serio. Ha regole precise no? Ho un modo strano di scrivere dici? Prima mi piaceva fare l'arzigogolato, una volta ma mi scappa ogni tanto anche adesso. Beh, sentivo la mente che faceva le rughe sulla fronte. Cerco di mettere dentro lo sguardo sulle cose questa sorta di cinemarama ...bon, adesso mi son perso. Casomai ci torno. Mi preparo ed esco. E' domenica mattina. Spritz e giornale. Grazie del commento teti. Che se non ho te qua che solitudine madonna. Ciao.