domenica 10 aprile 2011

Nowhere 4 - e poi merda, in fin dei conti

Scaricata
- Non ti amo piu amo un'altra ciao mi dispiace
- Spostare la data sul cellulare
- Lo Zimox o il Monuril



Scaricata! Al volo. Come da un finestrino aperto di un'auto in corsa.
Buttata via.
Una botta, un ruzzolone,
escoriazioni, imprecazioni
e merda, sopratutto merda
ecco quel che si dice, da sola: merda merdaaa!
merda se pensa a quel che l'aspetta
a quanto tempo ci vorra? quanto?
che almeno sia un tempo di merda
vento e neve, tempeste e pioggia
quante bestemmie e maledizioni dovrà tirare?
e l'amore non è che passi, niente, ancora peggio
neanche le pareva che potesse essere cosi forte
che si sente solo quando è finito, solo dopo
millemile domande ossessive rutilanti
la cui unica risposta gli è stata già data
Non ti amo piu amo un'altra ciao mi dispiace
e allora adesso quanto tempo a maledire l'altra? quanto?
a chiamarla troia, a sentirsi troia
e diventare una rompicoglioni adesso, gli tocca, lo sà già
rompere icoglioni a tutti, lagnarsi.piangere, tirare le madonne
riscrivere un trattato sulla costituzione dell'amore
che li potessero arrestare per frode e rapina
portarsi via tutto cosi, restare senza niente, ma si puo?
per quanto gli toccherà rognare, star la a rimuginare? per quanto?
settimane? per niente poi. Ma quante?
forse sei? dieci? forse anche cinquantasei
e perchè non centoundici? No trentaesei, come un parto, dovrebbero bastare
Avrebbe perso la ragione, che gia ne aveva poca
quanto ci avrebbe voluto poi a rimetterla assieme? Non si sà
Sarebbe diventata un relitto, sfaldata, più buona a fare niente
quando prima era brava a fare tutto, l'arrosto, cantare
il sesso alla pecorina, ruttare, accorciare i pantaloni
Adesso saltava tutto, la festa per Raspin, la gita al lago
il viaggio a Londra, la camera nuova. Che gliene fregava piu
Diventerà una donna di trecento chili, cambiare il guardaroba, spese
ogni cosa farla senza esserci, assente, il mondo indifferente
una depressione della madonna, non tornare piu come prima
odio permanente, afflizione, non curarsi neanche piu i denti
perdere ogni orgoglio e vanità, il buonumore, mandare tutto a cagare
l'angoscia che ti assedia, restare a casa ad aspettare
cosa? che passasse quando sapeva non gli sarebbe passato mai
Quante settimane? sei? quindici? centotrentasei?
Non è possibile, e perche? Voleva trovarsi già tra due anni
spostare la data sul cellulare, farsi stampare dei calendari due anni avanti
ma cambiò subito idea. Era scema? che idiozia
Buttare via due anni. Non avrebbe visto le olimpiadi
la vittoria della sinistra, nascere Filippo, settecentotrenta gioni
di cui settantasette al sole, cento pizze di cui metà con le acciughe
e cosi via e il pensare a tutte le cose che avrebbe perso
ridusse la sua rabbia ad una cistite che le sarebbe passata
con lo Zimox o il Monuril e poi merda, in fin dei conti

(a Clelia, per le sue storie tese)

5 commenti:

teti900 ha detto...

mi stupisce che apprezzi questo testo.
segno che sei giovane dentro, lo dico perchè a me ricorda i tormenti di gioventù, quasi mi viene voglia di trascrivere un vecchio file che non credo di riuscire a riaprire per colpa del fatto che la tecnologia nel frattempo si è così evoluta che lui è rimasto lì scritto in un linguaggio che adesso i computer non riconoscono.
meno male lo avevo stampato.
ogni tanto tanto tanto tempo mi torna in mano e lo guardo come se leggessi i patemi di un'altra me.
poveretta, mi dico, quanto spreco di talento!
per chi? per cosa?
credo alla fine solo per il gusto di camminare per strade impervie e insano masochismo.
anche adesso affondo ogni tanto come allora ma con tutte le sigarette che fumo o riemergo in fretta o rischio l'embolo cerebrale.
non invidio l'età tra i 30 e i 40 una sorta di adolescenza consapevole e tormentata benchè intervallata da altri, più allegri e costruttivi passatempi. sta storia che per crescere sia necessario patire, la riconosco vera, ma non l'ho mai capita e voluta accettare.
alla fine tutto passa e tutto torna e ritorna e adesso lo vedo arrivare da lontano e quasi sono contenta, ma se trovo un bivio tiro via per quello, preferisco "tenermi a distanza", abbiamo già dato _ mi dico e sorrido.

simurgh ha detto...

Mi stupisce lo ricordi te. Non avevo neanche scritto da dove l'avevo preso. Poi dici di non aver memoria eh? Di la avevo messo la citazione: Una cover tratta da "Verso la dolcezza" di Francois Begadeau, poi di qua, non riuscivo a mettere la foto e dovevo uscire e cosi, e cosi mi hai sgammato.
Lo apprezzo per piu cose, senza farne di esso un capolavoro, ci mancherebbe.
Una è la strutturazione della storia, per come l'ha costruito. Due, rispondeva a delle domande che mi ponevo osservando la fauna di ragazzotti che frequenta il Long Island. E risponde a quella dimensione della psiche che dicono caratterizzi questa generazioni di trentenni. Tre, perchè quella dimensione della psiche per molti versi mi attraversa e mi rappresenta. Me come molti cinquantenni e passa camuffati dietro altre biografie. Un segno di immaturità lo definirei, visto da un altro punto di vista, altrimenti detto giovane dentro. Un pulsare della psiche che, conservata nell'attraversamento delle ere della nostra vita, permette un'ulteriore vitalità ma è questione di schemi, di conformazioni che la psiche si è data e a cui ti assoggetti.
E' un bel discorso che mi riguarda ma devo mollare qua per via che è l'ora dello spritz e devo andare. Ci torno perchè interessa anche a me scriverne. In fondo è uno svelarmi anche a me stesso e a tutte le mie puttanasseeva di contraddizioni.
Grazie teti, grazie

teti900 ha detto...

per esempio:
Mattino ore 6, le solite ossa rotte il solito cervello pesante, stanco e vuoto. Mi alzo, penso che tanto vale sbrigarsi, tagliare corto, anche oggi non sarà possibile fare solo quello che si desidererebbe.
Aspetto e intanto lo guardo che gira per casa, penso che cazzo ci faccio a casa sua, con lui, perchè non me ne vado. Perchè mi faccio tenere da chi non so, perchè non sono naturale con il mondo, perchè temo così tanto il punto di vista degli altri, perchè ho così fretta di sapere con sicurezza le cose. ecc. ecc.
105 pagine demenziali di intorcinamenti che si sintetizzano in 7 più o meno due cose di cui però all'epoca non avevo idea di cosa fossero.
so che oggi ho letto diversi post di signore di quella età e mi è venuto un sospiro sorriso.
sai l'unica cosa che mi infastidisce? che alla maturità corrisponda la decadenza delle energie e quindi anche del fisico.
sistemo questo problema e tutto sommato preferisco adesso rispetto a 10_15 anni fa:))

simurgh ha detto...

Teti,
non la vedo ne la pongo tra un adesso e un allora. Credo che molto di quello di allora non sia impriscindibile a noi, scollegabile, rifiutabile. Ne portiamo dentro il seme, la sostanza, il gene. Siamo altro per addestramento cognitivo e comportamentale, per somma di esperienze, per vicende oggettive che ci hanno modificato. Qualcosa di esterno sempre interviene, al di la della nostra volontà, ed è cio che ci spinge ad essere altro.
Anch'io preferisco adesso ma, dieci quindici anni fa dicevo la stessa cosa, preferisco adesso. Se dovessi porre un'età ideale da cui ripartire direi i 35 anni. Ma che serve dirlo?
Quel libro lo trovo una testimonianza , un reportage divertente ed esilarante su uno status mentis diffuso di una generazione, sicuramente prodotta dalla nostra, sicchè un riflesso di quello che, generalizzando, si è combinato. Le cronache dei regolari disastri sentimentali che caratterizzano le storie, si possno archiviare in una piu generalizzata categoria. In fondo son tutti simili, in ogni epoca e, in fondo, letto uno letti tutti, nel loro nucleo, come le storie d'amore e cosi via. Eppure persiste la curiosità di intrattenersi in nuove versioni. Questo libro è sintomatico, secondo me. Non è che ne legga di questo genere, però per farsi un'idea e, almeno secondo me, spassarsela un po. Adesso stò leggendo La scopa del sistema, di D F Wallace e si va a parare sempre là, solo che con wallace c'è un altro spessore.
Per fortuna ho te qua che mi vieni a dir due robe. Un bacio.

teti900 ha detto...

ci ho anche mandato CAROLINA qui perchè secondo me questo tuo post un po' ha a che vedere con il suo sia "parallelo" e sia "non posso".
ma forse a parlare un po' fitto tra pochi/e, sembra si voglia escludere invece di allargare ad altri/e i discorsi.
è che come scrivevo prima a Sonia, l'ambiente di là non si capisce se è avverso ai "traditori" e "traditrici" che lo hanno lasciato o cosa, fatto sta che in taluni casi mi sento un po' indesiderata ospite e allora potendo e volendo, preferisco qui.
ma per parte mia nessun segreto o inghippo strano!

poi, vediamo___ diciamo___ mettersi sul fuso orario di roma?
(bacheca, impostazioni, formattazione, fuso orario:))
lo so da me sono una rompi tasche:))
cosa dicevamo? ahhh hai visto le foto?
ciao, buona giornata!