lunedì 1 agosto 2011

Non ci resta altro





Scalava leggera
il corpo rispondeva teso,
staccava sillabe di soffio
seguendo il ritmo di una musica in testa



Non ci resta altro

Non ci resta altro che sanguinare
A volte crediamo sia succo di lamponi e more
Il piacevole inganno a cui ci si abbandona
la piu bella e incredibile delle menzogne

Che pure ne vorrei millemila, un milione
Pagarla cara dopo, non importa . Spurgare bisogna
Che esca l'infetto, il pus, il dolore, l'inganno
di ciò che siamo stati, di ciò che ci è toccato.

Credo che, comunque vada l'amore
le conseguenze non debbano tener conto
di quanto infine è stato
Non tocca a tutti, non a questo modo. Un'altro c'è sempre

il modo che possiede la felicità e il tormento
la volontà inevitabile di non poterne fare a meno
Gli dei lo assegnano a pochi quel tormento languido e copioso
Scaturigine che sgorga immagini e visioni

In fondo è una gran fortuna anche se
alla fine lo prendi in culo con straziante malinconia e dedizione
E cosi poter far la parte dolcemente dannata,
dell' archetipo sofferente dell'amor le sue pene

e in cuor tuo, poter raccontare di oscene bellezze
Non ti si gonfierebbe sennò quell'anima rigogliosa e tremula
Con le tue lagne fai godere l'estetica del mio pulsare
Non serve tu fugga, se non per poi tornare

Ho semre aspirato ad un'eroina vigliacca
Lasciala gonfiare quell'anima. Forse altro puoi fare?
Se non farlo sanguinare ancora con succo di lamponi e more
La più bella e incredibile delle menzogne. L'amore
(simurgh)





.....dentro una nuvola di fiori
che da le mani angeliche saliva
e ricadea in giù dentro e di fiori
sovra candido vel cinta d'uliva
donna m'apparve, sotto verde manto
vestita di color di fiamma viva.
E lo spirto mio, che già cotanto
tempo era stato ch'a la presenza
non era di stupor, tremando, affranto,
sanza de li occhi aver più conoscenza,
per occulta virtù che da lei si mosse,
d'antico amor sentì la gran potenza

Dante -dalla" Commedia" -
Purgatorio canto XXX vv.28-39.

Nessun commento: