martedì 11 ottobre 2011

Gianni Celati e la kenzia

Gianni Celati, un uomo di foce, di fiume, di barene e di pianura è uno di quelli a cui tengo. Non tanto per un'assolutezza della sua prosa, non so come dire ma da un po seguo le sue tracce, le sue e quelle di una congrega che ne condivide una filosofia diciamo, che potrei chiamarla come quella di dar aria, di aprir finestre e balconi e far un po di corrente. Il suo punto di vista, tante volte sulle cose è quello che diciamo prende da Giacometti, da una sua citazione e che dice «Una volta andavo al Louvre e i quadri mi davano sempre l’impressione del sublime. Adesso vado al Louvre, e non posso fare a meno di guardare la gente che guarda le opere d’arte. Il sublime per me adesso sta nelle facce di quelli che guardano», ecco ma potevo cercarne anche una sua, comunque non è di lui che volevo dire ma piuttosto di un attraverso un suo libro.

Stamattina, che qua al lavoro tengo due vetrinette di libri miei che a casa non mi stanno allora prendo in mano un libro suo. "Cinema naturale si chiama" e lo sfoglio cosi, cercando non so neanche cosa, invece ci trovo delle note qua e la. Una era questa qua sotto. Non si legge tanto bene ma è scritto:
16 / 3 / 2010
Mia madre traffica in giardino poi mi porta dentro un mazzetto di violette dicendomi -Guarda che belle. Le ho prese su per te.-




Ma no dai che devo prendere una citazione da questo libro. Che c'entra Giacometti?
Allora qua, pag 73 c'è questo tipo un po tonto, Da Ponte : -...lui da ragazzo vedeva dovunque per le campagne un orbitamento pastorale infinito, dai galli sull'aia che stavano a girare intorno alle galline e le beccavano in testa per spadroneggiare come suo padre, agli agnelli che belavano ai vitelli che muggivano perchè volevano stare nell'orbita delle loro mamme come suo fratello. ai somari che l'avevano duro e avrebbero montato qualsiasi cosa, come il suo compagno idiota con la gozzuta.[..] e orbitava assieme a suo fratello che girava intorno a sua madre. Perchè doveva sempre essere la stessa attrazione nell'orbita materna che gli dava la smania di spiare la casa di notte attraverso la finestra quando suo fratello abbracciava la madre da dietro.[..] Era diventato uno spione, idiota completo con quelle idee fisse che gli facevano montar l'immaginazione. Però si preoccupava anche perchè c'erano molti litigi tra suo fratello e sua madre, com'era stessa storia prima con suo padre. Stava in casa a sorveglierli facendo finta di fare i compiti, in mezzo ai loro scatti di nervi e furie che venivano a sua madre quando il fratello le rispondeva male. Si preoccupava perchè gli sembravano come i gatti che si soffiano di rabbia prima che il gatto salti sulla gatta per montarla. Aveva paura che magari nascesse un bambino come tregua nelle loro guerre, e la in cucina facendo finta di studiare gli veniva il tremito di preoccupazione cosi forte che doveva mettersi a guardare fisso il muro per non vederli...-
Ecco, ne ho preso un pezzo.
Poi, adesso mi viene in mente che siccome piu su dico di mia madre e poi apro il libro a caso, che per me è come leggere nell'oracolo, vien fuori una storia torbida e incestuosa ecco, non vorrei si potesse pensare, ecco si, appunto

Insomma, fatto sta che stamattina mi son fatto comprare una kenzia al mercato, che mi veniva in mente di far felice mia madre che se lo merita. Una bella kenzia da mettere in un angolo, in parte del mobile in salotto, vicino alla porta finestra. E tutto questo non perchè ho letto Celati ma perchè c'era quell'appunto in un libro suo di mia madre che mi regala le violette. Non è una cosa che fa di solito con me. Una donna riservata e vergognosa che non manifesta con me l'affetto platealmente, no. Ha "sudision" si dice qua, una sorta di timore con me, come mi temesse un po, per via che a volte son orso un po mugugnoso e irritabile. Tra me e lei un bacio a natale o ai compleanni, robe cosi. Insomma gli ho comprato questa bella kenzia, che è roba che mettono nei saloni al Quirinale, nei corridoi delle ville patrizie, un po po di pianta insomma, importante ecco. Lei è appassionata poi di piante. Me la vedo che se qualche siora va li a bere il caffè e gli dice ma che bella kenzia, lei subito, che me la vedo altera ed orgogliosa a dire "Me l'ha regalata mio figlio". Ecco, volevo dire questo.

3 commenti:

teti900 ha detto...

uhmmm__ ancora gentilezze___ uhmmm__ sì sì mi sa che non me la conti giusta.
sicuramente ne stai combinando o preparando una grossa grossa.
che poi__ son quasi sicura che l'avevi già regalata una pianta tempo fa!
peccato non mi ricordo cosa hai combinato allora!
qualcosa dello stesso genere mi sa:))

ps ho cercato se sta viviana (qui sotto) ha scritto del mio segno, ma non l'ho trovato, mi sa che è scorpiona anche lei allora.

buona serataaaaaaaaa!

simurgh ha detto...

Non mi accorgo mica, allora se ne sto preparando una di grossa o qualcosa. Non mi pare ma qualcosa devo fare. La pianta è la. in un angolo, sta ferma.Un casino per metterla in macchina ieri sera. Segni d'affetto ingombranti. Altre piante? Bah, un anno fa, forse. Ti ricordi però. Giornata triste oggi con dell'abbattimento fluttuante. Devo andare a tirare sassi sul fiume.
Poi, dopo aver messo questo post mi pareva di far la figura del mammone. Non so se va bene. Era la mia preoccupazione. Mi sento mica cosi.
La poesia sotto si, mi sa che è scorpiona la tipa. Mi piaceva, ci azzecca con quelle immagini che evoca. Oscure, potenti. Va ben, dai. Buona giornata

Anonimo ha detto...

ma gli accenti??? a casaccio???