sabato 26 novembre 2011

Tre sassi, tre spari


Van Morrison - It's so quiet in here -

(Racconto poetico nel quale, il presunto poeta, ispirato dal rumore che fa un cartoccio di carta dove, dentro teneva delle castagne abbrustolite. Quel rumore a lui, sembrava quello della pioggia e, da la è partito il resto. Molte suggestioni si sommano dando vita ad una storia che dovevo pur finire in qualche modo. Che son robe che, se a me restano la, fanno venire il nervoso). Allora:

Pioveva sulla tettoia di lamiera
sulle foglie secche d'autunno
dai colori incendiati dall'estate
Pioveva sul laghetto
e le gocce lasciavano
mille puntini in sospeso
Una carpa sboccava a pelo d'acqua,
poi un guizzo
Una mano dentro un sacchetto di carta
pelava la scorza abbrustolita di una castagna pomposa
Un bambino scese di corsa dal pendio
Indossava gli stivali e una cerata gialla come le foglie. Tutto cio è gia una vicenda
uno spazio tracciato. Il tuo sguardo si sposta. Il bambino arriva di corsa. Un momento perfetto. Con quella rincorsa, il bambino compie il gesto, si arcua all'indietro mentre il braccio si raccoglie quasi dietro la testa ad accumulare potenza: L'altro braccio è ritto davanti, fungendo da bilancere e scaglia quel sasso. Il lanciatore di giavellotto.
Piu o meno cosi


Non si accorse di te sotto la tettoia.
Ti venne in mente quando avevi imparato tu a lanciare i sassi. Un movimento che al corpo non si insegna. In ogni parte del mondo i bambini imparano a farlo. Il modo è lo stesso. Quello del lanciatore di pietre è archetipo guerresco. Hai pensato che dev'essere stato quando l'uomo ha imparato ad usare la lancia.
Dall'altra parte un corvo era sceso dal ramo
Saltellava per terra, lungo la riva
Tu immaginasti i piccoli segni
le tracce stampate sul fango delle sue zampe



Proprio mentre lo stava per scagliare, il bambino vedendo il corvo saltellare, in quell'istante corresse il tiro. Cercò di colpirlo. Emise un Uuff di fiato al lancio rabbioso.
Ci mise tutta la forza.



lenti come gesti dispersi
che lo sguardo immobilizza e cattura
come il muschio nascosto
che cresce su ogni domanda

Una rana da un sasso saltò in acqua.
Tu mettesti in bocca la castagna.
La pioggia sbatteva sulla lamiera.
Lanciare un sasso è cercare un confronto:
La resistenza dell'aria che viene forata.
Non si contano i sassi e neppure i rami o le foglie
neppure i battiti d'ala che servono al volo si contano
Il corvo si alzò sbattendo le lucide ali
Il bambino voleva combattere
Nessun suono, solo la pioggia
La castagna sprigionò un sapore di fuoco
Poteva essere uno sparo, una lancia scagliata
un coltello che si pianta, un'arteria tagliata
Non c'era nessuna paura negli occhi del bambino
Un'incomprensibile furia.
Stava solo imparando a non avere paura.
Il corvo spari sopra i rami spogli

Quando è il cuore a scavarsi una tana
e nella tana si porta tre sassi, tre spari
Tocca, dammi le mani, sfiora le mie cicatrici.
Son cento, son mille inzuppati dei sassi
lanciati a tre volte per volta nel fiume


Nella mano nascondi la rabbia, la paura.
Un rito iniziatico. Non l'accetti, la sfidi.
Era la il bambino, immobile a fissare oltre la riva
Le braccia lungo il corpo serravano i pugni.
Sopra un cumulo di sassi a sventolare il suo vessillo.
Sassi per sfondare ogni fronte, resistenza, colpa, perdono.
Finchè ci saranno sassi proveremo a capire
per cosa vale la pena vivere, per cosa morire.
Polifemo, dalla scogliera, lanciò pietre alla nave di Ulisse.
ἔνθα δ' ἀνὴρ ἐνίαυε πελώριος, ὅς ῥα τὰ μῆλα
lapidazione4

Scagli la prima pietra chi è senza peccato
E il bambino non aveva peccato
Il cane le morde non potendole scagliare
Le morde perchè gliele tirano addosso.
Le sgretola e poi sopra si stende
Tu uscisti dalla trettoia, sotto la pioggia
Andasti verso la riva. Il bambino si girò.
Non vi parlaste. Il corvo era sul ramo.
Tirasti fuori la pistola e prendesti la mira.
Cadde dal ramo. Un colpo, un tonfo.
Rimaneste li in piedi, fermi a guardare.
Lui era tuo figlio. Solo dopo lo venni a sapere

5 commenti:

teti900 ha detto...

25 ottobre 2011:
Solleva le braccia in alto, il polso piegato e la mano come a fare un becco.Prende a beccarla sulla schiena.La signora si spaventa, fa un movimento brusco e cade.
l'hai scritto tu qui CLICK
oggi leggendo il tuo commento da PETROLIA sui paralleli hai accennato a questo post e al corvo e a me è venuta subito in mente questa frase.
mi aveva colpito perchè tu non lo avevi ancora iniziato kafka o forse sì ma non eri arrivato a quel punto che è quasi alla fine. e non è la prima volta che capita che parli prima di averlo letto del contenuto di un libro che hai comprato o intendi comprare.
addirittura è successo a proposito di libri che avevo preso io, quindi chissà quante cose ti arrivano e tu non sai perchè ma ti entrano in testa ed escono dalla tastiera perchè magari sei in vicinanza con qualcosa.
peccato che tu sia scettico in materia di percezioni extrasensoriali perchè ne sei dotato.
mi sembrava una bella nota da scriverti, anche se non ha molto a che vedere con questo post.
a me piace come scrivi anche per questa qualità che hai di agganciarti alle cose del Caso indipendentemente dal tempo, mescolando prima, durante e dopo, poi, la cosa poi di "leggere" i libri portandoli in tasca o semplicemente tenendoli in mano ce l'ho anche io, quindi trovarne un'altro sulla terra che sia capace non mi sembrava vero quando ho verificato (e ora ne sono certa) che ne sei capace.

simurgh ha detto...

E' vero, non mi ricordavo piu di quel post. Hai la memoria micidiale di un cecchino serbo. Non avevo iniziato kafka ma ho spesso corvi che svolazzano crepitando nella mia mente.
Non è che sono scettico riguardo alle percezioni extra sensoriali. Più che altro non me ne occupo, non ci sto dietro. Credo di avere, come tutti, un potenziale armamentario di sensi. Il suono, il rimando che restituisce questa parola : "extrasensoriale", ecco, questo si suscita scetticismo. Sopratutto per come viene intesa comunemente, con il contorno di maghi, di veggenti, di quelli che parlano con i morti. Insomma con l'aspetto piu da abbindonati. In genere provo una buona dose di fascinazione invece, quando le incontro in qualche vicenda, narrazione, film, immagini ecc. Per questa dimensione percettiva, spesso coltivo le sensazioni che riesco a captare. Mi affascina il mistero che la mente ancora non svela. Da quando che il mondo è mondo, l'uomo ha questo tipo di visionarietà, percezioni ecc.
Mi capita spesso si, di seguirne le piste interne, le tracce che questo tipo di percezione lascia in giro in me.
Beh, grazie teti per il commento e il lustro che mi depositi qui.

teti900 ha detto...

essendo falco maya e gallo cinese per forza che ho l'occhio acuto;)
visto achab/capossela sui paralleli che bello?

simurgh ha detto...

E' l'occhio dentro, quello acuto. L'altro dev'essere un po orbo. Si distoglie, guarda altrove, sceglie le brughiere, quando il gallo canta.
Capossela è un vate. Visto si.

teti900 ha detto...

mi piacciono le metafore punitive, i rimbotti, le mugugnate, hai ragione qualcosa si è distratto a ritrovare segni alfabetici sperduti, ma l'importante è che si sappia che l'altro è attivo e rispondente!
e se dicessimo transensoriale?
suona meno incognito e ambivalente, fino un po' allusivo di altre parti più cissensoriali.
(trans_sensoriale e cis_sensoriale già son troppo univoci e netti a translatere)