martedì 20 dicembre 2011

Negli anni del rock. Da Bacon ai Beatles


Questa storia riaffiora quando trovo Quà da "La donna camèl" , quella del meccano negli anni del rock. Un racconto molto bello. Da leggere.Grazie donna camèl (con l'accento sulla e)

Negli anni del meccano e del rock 
Negli anni del rock, quelli quando per noi della baby boommer  generation era cominciato quel rock, magari  trovavi ancora il bambino con la cassetta dei gelati appesa al collo, a venderli allo stadio, ai giardini, alla stazione. Un cornetto, un ricoperto pralinato. Non c'era in giro nessuno in quella domenica d'agosto e il ragazzino s'era seduto accanto a mio padre, sulla panchina. Mio padre non voleva il gelato. Oggi era meglio se non venivo, aveva detto il bambino. Quanti anni hai? gli chiese mio padre. Undici, gli disse. E mio padre gli disse, come mio figlio. Me lo disse poi alla sera, di quel bambino. Vedi, mi dice, lui era in giro a lavorare,  non come te che vai a Jesolo a fare i bagni con tua mamma. E allora? ho pensato. Era perchè li aiutavo poco in osteria, a stare al banco. Mia mamma aveva preso la patente e guidava una millecinque Fiat ed era stato mio padre ad insistere che mi portasse, che andasse da sola con me, come per una cosa di emancipazione. Io stavo la ed avevo tirato fuori la scatola del meccano quando lui ha preso a raccontarmi di quel bambino con la cassetta dei gelati. Alla radio si sentiva Lady Madonna dei Beatles. Poi quello fu il primo disco che mia madre mi comprò assieme al mangiadischi. Un mangiadischi rosa. Non l'ho mai capita questa cosa del mangiadischi rosa. Si vede che non ce n'erano altri, o che era di occasione. Ce l'ho ancora, giu da basso in taverna, con i suoi dischi di allora. Mi ricordo di questa storia, di mio padre che mi parlava di quel ragazzino. Suo padre, quello del bambino, vendeva gelati anche lui con un carrettino e andava per i paesi. Siamo tre fratelli, aveva detto il bambino a mio padre. I soldi non bastano mai. Mio padre era trasognato e, quando mi raccontava questa storia il suo sguardo non so dove guardava. Mi ha detto che il bambino aveva posato la cassetta per terra. Aveva infilato le mani nella tasca e tirato fuori un pacchetto di figurine. Le aveva messe in fila sul bordo della panchina. Poi gli dava dei colpetti col dorso di un dito e cosi cominciò a farle volare di sotto. Quelle che cadevano le une sopra le altre le prendeva e le metteva in un mucchietto a parte. Queste vincono, aveva detto il bambino guardando mio padre, come per spiegargli il gioco. Non so perchè avesse quello sguardo quando mi raccontava del bambino con la cassetta dei gelati e, in tasca, le figurine. Chissà cosa vedeva. E tu invece hai il meccano eh? Come dovessi sentirmi in colpa. Chissà cos'avevano che trovavano sempre una scusa per farti sentire in colpa o che avevi piu degli altri e che dovevi avere riguardo e cosi via, cosa avevano in quegli anni del rock, che non se la spassavano mica male neanche loro, in quegli anni del rock. Insomma è stato poi quel giorno del bambino con la cassetta dei gelati che ho chiesto a mia madre se mi comprava anche a me il mangiadischi. Quel giorno al laghetto ce n'erano un sacco che suonavano a manetta di mangiadischi. C'erano le batterie di scorta sugli asciugamani. Cose cosi insomma, degli anni nostri del rock. Poi è cosi che ho imparato l'inglese. Lady madonna Lady Madonna children at your feet Wonder how you manage to make ends meet. Who finds the money when you pay the rent?<7i> Mi vien da ridere perchè allora me le inventavo le parole e facevo finta che erano vere, quando cantavo facendo le mosse davanti lo specchio in camera mia. Non so ancora cosa avesse nello sguardo mio padre quando mi raccontò questa cosa. Quello sguardo la che gli vedevo ogni tanto negli anni del rock. Sarà che era giovane anche lui.

Il lato b di Lady Madonna ha questa canzone di George Harrison.


Arrive without traveling
See all without looking
Do all without doing


Arriva senza viaggiare
Vedi tutto senza guardare
Fai tutto senza fare


L'idea originaria della canzone è stata influenzata dal ritiro indiano presso l'"ashram" del "Maharishi Mahesh Yogi", e dalle consequenziali lunghe meditazioni e preghiere.
Il tema deve la sua ispirazione alle atmosfere musicali orientali.
Il testo prende spunto dal capitolo 47 del "Libro della Via e della Virtù", ovverosia uno dei testi fondamentali scritti da Laozi, il padre fondatore del sistema religioso taoista.
La parte strumentale fu registrata in India, a Bombay, durante la sessione di George Harrison per l'album solista Wonderwall Music, nel mese di gennaio del 1968.
La lirica afferma:
« Senza oltrepassare la soglia di casa
posso conoscere tutte le cose della terra.
Senza guardare dalla finestra
posso conoscere le vie del cielo.
 »

1 commento:

teti900 ha detto...

a me i beatles son mai piaciuti e da quando han preso la via dell'India li ho eiettati.
quissà quando mi passerà sto rancore che ho per loro e anche per gli antagonisti i rolling stones.
sarà che modaiola per principio l'ho sempre scartato.
i tuoi genitori, tuo padre, se fosse stato il mio (e forse gli assomiglia) lo avrei detestato anche lui come i beatles e infatti il mio lo detesto e chissà quando mi passerà sto rancore.
però il post mi è piaciuto perchè tu sei venuto sù meglio anche se mica mi piace tanto vederti come mio padre, semmai zio, zioSim controluce!