Le "foto" che scatto non hanno nessuna velleità artistica, ne ricerca di un qualche perfezionamento tecnico. Le scatto perchè qualcosa mi colpisce, qualcosa che innesca un pensiero, una sensazione, una suggestione. Hanno, in genere un valore documentale, che mi ricorda di tornarci su, a prestare a loro del tempo, dell'attenzione. I simboli sono rappresentazioni arcaiche e profonde che agiscono nel nostro inconscio. Ne abbiamo corredo incistato nel patrimonio genetico e, quindi trasmesse, riemergono. Questa è l'originale, del com'erano quando le ho viste. Poi ho spostato un po i pezzetti di carta evocando nuove figure, fantasmi, angosce, paure.
Mi parevano poi figure teutoniche, mostri arcaici e funesti, dei giganti guerreschi dalla testa d'uccello. Agivano su di me come in un teatrino oscuro e quelle figure le avvertivo possenti, minacciose, inquietanti. La mente tornava ai giochi da bamino, fantasie con cui trascorrevo molto tempo dei miei giochi, ad inventarmi scenografie, luoghi minacciosi, storie in cui terrorizzato scappavo oppure diventavo impavido cacciatore di mostri, un eroe ammirato, integerrimo e puro. Ma guarda te!
Ero con altri poi a quel tavolo. Ci si faceva una birra. Eravamo da Cucchi, un posto dove hanno la Tennent's doppio malto. Mi richiamavano perchè mi vedevano distaccato, distratto. Poi gli ho detto che mi piacevano quei pezzetti di carta. Mi hanno riso dietro. Che amici gnoranti che ho!
Ciò che ci abita, che digrigna d'oscuro
che dispiega gli enemoni e le acque fruscianti
la sciagura che temi in figure, le ombre sul muro.
L'odore del buio che riempie gli occhi
e dietro le palpebre si aggirano inquietanti figure
che ti tengono compagnia negli inverni dell'anima
Invisibili come orti nascosti tra i capannoni
abbandonati delle periferie rifugio di clandestini
e a quelle figure non è chiesto permesso di soggiorno
Quando accadono questi fatti dovrebbe
arrivare la tv, riprendere i mostri sul tavolo,
intervistare chi ha visto, parlare sottovoce
non farsi sentire, recitare preghiere,
sentire gli altri cosa ne pensano,
la ridda di voci, i commenti, fermare la gente,
spiegare, sentire che dicono. Io non dico niente