mercoledì 10 agosto 2011

Dresda: il caso di Steven Fletcher Crhristian (Mutiny of Bounty) 2 parte




Le aveva scattato delle foto con il telefonino subito, appena vista in piscina quel giorno. Era l'unica, tra gli ospiti dell'albergo e di un'unicità sorprendente. In realtà i loro sguardi si erano incrociati già da subito. Prima di ritrovarsi quella sera vicini di tavolo. Anche lui era l'unico d'altronde e di un unico speciale per lei, quella di Dresda.
Quando loro andarono in camera e lui disse che andava al bar, sapeva che l'avrebbe trovata. Ci sono cose di cui non serve parlare, senza un cenno d'intesa ma accadono perchè il pensiero pare trovare l'unica soluzione possibile ed entrambi lo sanno. Quel posto era l'unico possibile per entrambi. Lei era seduta, lui andò al banco a prendere il caffè.Cominciarono a guardarsi e sorridersi. Lui chiese un foglietto al cameriere. Scrisse il suo numero di telefono e lo piegò. Il cameriere glielo portò. Cominciarono a mandarsi messaggi in inglese.
Eventi forti cosi che ti accadono improvvisi e son quelli che provocano il crash del sistema. Lui gli aveva scritto che era la con la madre e la sorella. Lei gli scriveva che voleva stare sola con lui. Nessuno dei due poteva utilizzare la propria camera. Lei non voleva che i genitori capissero di loro e che c'erano i bambini. La sera dopo avrebbero fatto in modo di trovarsi da qualche parte da soli, nel giardino, tra gli alberi.

Accadono senza requie, implacabili si scontrano come treni. Non puoi farci niente. Troppo forte il desiderio inspiegabile, l'attrazione fatale. Incoerciile ad ogni buon senso. Lui non avrebbe dovuto. Lei era in vacanza. Accadono cose a cui non puoi sottrarti, perchè rivivi il tumulto della passione, dell'amore che incede e cavalca e le briglie son molli, le ginocchia strette alla pancia del cavallo.

che coss'è l'ammor
è un sasso nella scarpa
che punge il passo lento di bolero
con l'amazzone straniera
stringere per finta
un'estranea cavaliera
è il rito di ogni sera
perso al caldo del pois di san soucì

(Vinicio Capossela)


Doveva compiersi il tradimento. Il patto che veniva mancato e segnato d'infamia si compie solo in nome di una fedeltà piu alta e profonda a sè stessi. Tradire in fondo è risorgere. C'è una dialettica tra il tradire e il senso doloroso della fedeltà.(1)

Avvenne la sera dopo, come previsto l'incontro. Fu passione e desiderio, come par ovvio. Andarono nel parcheggio, dentro l'auto di lui. Lei gli sali sopra, sulle gambe ma sbatteva la testa sulla capote ai suoi colpi. Era alta un metro e ottantasei, tre centimetri meno di lui. Uscirono e si presero sul cofano. Lui poi ne mostrerà l'incassamento del cofano con orgoglio malandrino

Quel momento preciso quando due sguardi si incontrano e capiscono. Capiscono senza dir parola, ogni cosa viene rivelata, svelata. In quel momento c'è tutto l'amore nella sua forza piu pura. Il resto che avviene poi è solo trattativa. Lo immagino come due seduti su treni diversi che pian piano si muovono incrociandosi. Entrambi si vedono ai finestrini passando. Nei loro occhi scatta l'amore. Non si sà perchè ma scatta, si sente dentro e non si spiega. Quello per me è il momento puro d'amore. Quello che avviene tra loro, quasi senza parlare, e in quel poco c'è anche la menzogna di uno. Menzogna forse inutile per quando di impellente doveva accadere. L'adulterio è femmina d'altronde, checchè se ne dica. Ogni cosa avvenga dopo quei momenti assoluti con l'amore ha meno a che fare. Procede attraverso richieste e aspettative; bisogni, illusioni, ombre, false identità ma la verità sta li, dove noi stiamo.

Lei era andata in camera anche quella sera. Con la madre di lui avevano parlato dai loro letti, stando al buio. Lei gli aveva detto del momento difficile che stavano passando. Lui non andava d'accordo con i figli di lei. Era sempre piu insofferente e nervoso. Si rinchiudeva in camera o in garage con il suo pc quando i figli si fermavano a dormire dalla loro madre. Oppure usciva con il suo amico scapolo e chissà dove andavano? Lei sapeva dove andavano e lasciava perdere. Lasciava perdere perchè aveva paura di perdere lui. Questo la faceva soffrire. Non poteva fare altrimenti. Erano suoi figli, anche se erano ostili anche a lei, risentiti perchè aveva lasciato il padre, rotto il legame, spezzata la famiglia. Non sapeva cosa fare, se li sentiva tutti contro. Parlava di questo mentre lui stava andando al parcheggio con quella di Dresda.

(1) Tradimento. La nota la metto nei commenti

5 commenti:

Anonimo ha detto...

tradire[tra-dì-re] v. (tradisco, tradisci ecc.)
• v.tr. [sogg-v-arg]
1 Ingannare qlcu. o violare un patto, venire meno a un obbligo vincolante, alla fede data: t. la moglie, un amico; t. un ideale, la patria; in contesto noto l'arg. può essere sottinteso: chi ha tradito sarà condannato || t. le speranze, le attese, deluderle
2 estens. Rivelare ciò che doveva restare nascosto: t. un segreto; svelare, manifestare involontariamente qlco. SIN denunciare: il suo sguardo tradisce la paura
3 Travisare, falsare il senso di un pensiero, di un testo e sim.; in riferimento a situazioni tipiche l'arg. può essere sottinteso: tradurre è sempre un po' t.
4 fig. Di soggetto inanimato, venir meno a qlcu. o trarlo in inganno: la memoria lo ha tradito
• tradirsi
• v.rifl. [sogg-v] Scoprirsi, manifestando involontariamente i propri pensieri e sentimenti; farsi riconoscere: l'assassino si è tradito
• sec. XIV

ciao, Ugo:)

simurgh ha detto...

TETI
Tradere in latino significava -consegnare-
Dicono che i Vangeli, scegliendo questo verbo per descrivere l'atto di consegnare Gesu al nemico attraverso giuda, caricano cosi la parola di connotati etici sostanzialmente negativi.
Un malinteso iniziale che, im seguito, ha generato altri malintesi e ambiguità.
Tradisco deriva dal latino trado Si scompone in tra-do. Do significa dare. Trans che significa un passagio, come qualcosa che passa da una mano all'altra, un transito. Dare in custodia, protezione, castigo., un atto per affidare un comando o un insegnamento, il dare in moglie, il vendere, l'affidare con parole, ovvero il tramandare.
E' un discorso lungo ma, mi pare che, in questo caso sia come quelle parole giapponesi che in sè contengono significato e soluzione.
Allora, in latino traditor, si conclude che è sia traditore sia chi insegna. Questa doppiezza svela che il tradimento è un insegnamento, un segnale direi: l'evidenza di una consapevolezza nuova, che riguarda esclusivamente il traditore.

teti900 ha detto...

fantastica una risposta a un commento che non ho lasciato!
e io che li scrivo sempre e mai vengono accusati!

teti900 ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
teti900 ha detto...

ci ho pensato un po', faccio un po' fatica perchè è un problema che non senTo presentato in questo modo.
ma riguardo al significato generale del termine tradire, che dico?
che c'è una età in cui si rivedono i proprio principi.
almeno a me è successo.
quelli che ho dovuto mettere troppe volte da parte ho pensato fossero i primi da evitare di applicare, tanto non funziona.
poi ci sono quelli che riesco a condividere, ma sono altrettanto convinta che potrei rinnegarli per il puro piacere di buttare all'aria anche il minimo barlume di intesa con l'altro.
e infine ci sono quelli che se qualcuno li tocca salta come su una mina, tanto in fretta che poi passi del tempo a chiederti: "che cazzo è successo?"
sono "voci" o "declinazioni" del termine tradimento che assumono la loro rilevanza a seconda dell'interlocutore.
ovviamente quelli su cui sei d'accordo o, semplicemente, non ti poni il problema quelli vanno cambiati e rimpiazzati con altri in modo che ciascuno abbia a disposizione le sue 7 più o meno due possibilità sulle restanti di incappare proprio in quelle (sono una punta sadica:)
prima di questa evoluzione del pensiero era un po' più disordinata la faccenda e qualche avventura di troppo (nel senso inutile o deludente) c'è anche stata, ma non mi ricordo cosa pensavo allora, so che stavo peggio di adesso.