mercoledì 19 ottobre 2011

Una cosa che non mi ero accorto

Pensavo che qualcuno, un cane nero o uno scrittore di noir, muovesse le traiettorie di tutta quella gente che s'incrociava per perdersi un'istante dopo. Occhi che s'erano appoggiati l'un l'altro per il tempo di un battito di ciglia, il tempo breve di un pensiero neanche formulato e che si arrotolava dentro la bolla di una sensazione che potevi lasciar nell'aria o portarti dietro ancora fino a dentro un caffè, un'ufficio di assicurazioni o a casa tua chiudendogli dietro la porta e tenerla la con te. Chi era quella?
Il cane nero muove i personaggi e di colpo ti trovi a pagina 118 di un romanzo. Che ne sai? Avevo questa sensazione di trovarmi dentro a qualcosa di impreciso. Questo cane nero mi spostava da un posto all'altro, facevo delle cose che dovevano servire poi a parlar di me, scene da cui poi me ne andavo e intanto venivo spinto avanti, mentre io non sapevo niente,fino ad arrivare a qualcosa che mi avrebbe messo dentro un romanzo.
tante volte mi è capitato di dire, leggendo, ma questo sono io, oppure questo potrei esser io. Magari ero io davvero. Che ne so? Pareva vero. Poteva essere quella specie di realismo magico e surreale in cui tante volte mi trovo a pensare attorno alle sensazioni che provo. Quel che vivo, quel che credo di star vivendo, questa somma di episodi concatenati e quasi sempre ripetitivi magari è solo una parodia di qualcosa che succede da un'altra parte. A me mi tengono fermo in questo che credo reale e invece la mia vita è in un romanzo. Ho letto storie, vite vere, racconti di persone che in poche pagine dentro c'era tutta la loro vita. La meditazione di un cogito cartesiano che riaffiora dal pantano di una vita priva di bilanci, una vita che andava avanti col pilota automatico, priva di consapevolezza, se non della provvisorietà di ogni cosa e cosi, all'improvviso, per caso, mettiamo mentre sei davanti ad una vetrina e di colpo ti accorgi della tua immagine che riflette, beh li di colpo ti accorgi, scosso da un'improvvisa consapevolezza, ed eccoti la, che precipiti a capofitto in un'altra vita, che è sempre la tua ma di colpo è qualcos'altro, qualcosa che la sovverte, la vita tua che quella di prima non sarà piu.
"Sto guardando un uomo" dico ad un certo punto a qualcuno che mi sta in fianco, la davanti alla vetrina. "Non mi dire" lui mi fa. "Sei un romanziere?". "No" gli dico "Sono un personaggio".
Dopo quell'istante mi accorgo di questo susseguirsi di vicende, spesso insignificanti. Adesso sono dentro, mi son detto. Devo far qualcosa. Tipo quei giocolieri che cominciano con un bastoncino e finiscono con il porre una sedia sull'altra, con tutto che traballa, ed ogni cosa diventa sempre piu fantastica perchè adesso sai di essere in un romanzo e ti senti che devi allontanarti dai tuoi ormeggi ed andare in mare aperto, partecipare ad arbitrarie costruzioni, in un gioco sofisticato.
Quello che normalmente succede è che io, ma in genere la gente, pensa di fare una cosa e invece ne fa un'altra. Tu pensi di star la a guidare la macchina, di fare le tue cose al lavoro, di fare un branzino al forno e invece no, stai facendo qualcos'altro. All'improvviso mi accorgo che ho sempre sfiorato qualcos'altro. Sarà pur capitato un po a tutti di percepire quel qualcosa di ben diverso che sta dietro alle cose che facciamo, qualcosa di diverso di quello che normalmente captiamo dalla nostra vita, ma che non sappiamo identificare.
Forse comincerò a prendermi sul serio adesso.

5 commenti:

ladywriter65 ha detto...

Perchè mai prendersi sul serio?
E' tutto maledettamente troppo serio in questo mondo, non mettertici anche tu, per favore.

simurgh ha detto...

LADY
C'è qualcosa di diverso dietro le cose che facciamo? Una teoria che intendo sviluppare. Dal Manifesto mi chiedono un piccolo saggio sull'argomento. Devo prendermi sul serio per qualche ora, altrimenti risulterei poco credibile. Sono un personaggio che all'improvviso si trova in un romanzo, almeno crede (il personaggio)
Non bisogna mai prenderle seriamente le cose, hai ragione.
Mi dimetto

ladywriter65 ha detto...

Ehi..Ti ho mai detto che mi sei simpatico?

simurgh ha detto...

Ehi
non me l'avevi mai detto lady, no
Non ti preoccupare per me
è che l'antipatico vien fuori dopo
dev'essere il caffè con le cialde che adoperano adesso qua, al lavoro. Secondo te non hanno qualcosa di sospetto quelle cialde la? no? Hai mai provato?

ladywriter65 ha detto...

Ah! Ecco allora dove si nascondeva il tuo segreto, in quelle cialde!
Non poteva essere naturale tutta quella tua creatività e fantasia.
Dovresti mandarmene un pò...
Magari anche io miglioro. O anche no.
Chissà.