sabato 31 dicembre 2011

La luna, il corvo e la limonata


L'altra sera tornavo in macchina dal lavoro e prendevo degli appunti sul cellulare.
C'e una luna ottomana
Una luce sultana. Sdraiata supina si regge appoggiata su di un gomito, diafana. Luna magra la luce di un abat-jour coperto da veli damasco. È intimo il cielo con voce di soprano canta sommessa qualche aria dalla Bhoeme nel suo salotto di trine, scalda un pò dal gelo come una sottoveste color perla che gli scivola sulle cosce. Fa un po la puttana risentita per il sole di questi tempi freddo con lei e così intanto solleva maree, sposta le elissi cosmiche, ci rimescola l'umore, il vino nelle botti, i fluidi femminei gli sgravi dei parti cosi, tanto per giocare. Tira su sempre qualche casino. Com'è volubile e bizzosa la luna. Una cavalla nel cielo Sembra stia ferma ma scalpita e sconbussola la strategia degli astri. Chissà perché sennò poeti naviganti santi e amanti da sempre la guardano traendo indicazioni per tragitti misteri spiriti e velieri nel cuore che gonfiano vele di desideri ed immaginazione E poi via, che andavo avanti. Ci metto quasi mezz'ora a far la strada ma mi son fermato al Foster per lo spritz e alla luna ho detto vai, vai a cagare adesso, anche te, luna ottomana. 

"La luna ha chiesto al corvo
di fare un piccolo show
Nel crepuscolo confuso color latte
Nessuno lo doveva sapere"

La citazione proviene da questa canzone di due sorelle, le CocoRosie e dal blog di teti che ne traduce il testo. Però il suo blog non si vede
Il testo lo metto nei commenti


2 commenti:

simurgh ha detto...

Ho guardato di sfuggita fuori dalla finestra
Un cimitero polacco pieno di finestre
Io coccolo una bottiglia di birra calda
Vedo una piscina di lacrime
Splendente di dolcezza e calore
Un mare di salici afflosciati cadenzati
Un diario segreto di speranze dimenticate
affondati in stagni pieni di piatti rotti


La luna ha chiesto al corvo
di fare un piccolo show
Nel crepuscolo confuso color latte
Nessuno lo doveva sapere


Fratello angelo mi mancano i tuoi capelli
il tuo sguardo gentile distratto
Sembri pioggia negli abissi tenebrosi
Ho baciato le labbra di gemelli insanguinati
Ti ho cantato delle sirene omicide
Sirenette ingannevoli e pirati malvagi


Hai guardato il cielo
con occhi caleidoscopici
Ululando proprio
alla notte blasfema
Un lupo in giardino
Perchè stai indugiando così
come un'anima lenta e soffice


La luna ha chiesto al corvo
di fare un piccolo show
Nel crepuscolo confuso color latte
Nessuno lo doveva sapere

teti900 ha detto...

vero, vero. timida luna che quando incontra il sole arrossisce, te la ricordi l'eclisse che bella?
è come un cero nel cielo e intorno i lumini (le stelle).
assomiglia a quando in casa accendi una candela che ammanta tutto di penombra.
rende il paesaggio casa anche per gli esseri umani che invece di guardare se stessi nella tv si ricordano ancora di buttare l'occhio in alto o in fondo ai pozzi in cui alla luna piace specchiarsi a volte mettendosi un po' di tre quarti altre per fare più nero del nero il nero del fondo del pozzo.
"sensazioni soffuse, stati d'animo incontrollabili, odori impercettibili, guizzi nell'ombra, languore di sensi" (...) "in fondo al suo cuore c'era un pozzo molto profondo dove la sua forza di volontà non giungeva" (...) "appoggiata la mano sul bordo, cercò di sondare quel buio pesto ed ebbe paura della sua incalcolabile profondità" (da libro d'ombra di Tanizaki che definisce la penombra "il lusso ingenuo del contadino").
come vedi sto elaborando il concetto di penombra che nel tuo post è laterale, ma fornisce la luce più adatta ai miei pensieri.
merci:) au revoir!