Ci sono storie cosi, senza storia. Fatte di scarti minimi, un pensiero, una sensazione, un sentimento fugace. Storie che sollecitano l'osservazione di sè, una sensibilità al dettaglio. Un'esercizio di stile minimalista che, personalmente mi invischia. Come fare un disegno che ne colga un'essenza, una rappresentazione situazionale, un'emozione. La solitudine, in questo caso. Questo racconto è una sorta di riduzione di uno di Patricio Pron. "Il taglio di capelli". (1)
(Illustrazione di Manuele Fior)
La parrucchiera di Dresda
Le ciocche di capelli neri cadevano sulla mantellina soffici come amputazioni di nuvole nel cielo del sud. In quella germania gelida a cui non si abituava, taglairsi i capelli le pareva forma d'integrazione. Che potesse sentirsi meno sola e lontana da casa. Casa a cui non sarebbe piu tornata. Sua madre, tra l'altro, non le avrebbe mai permesso di tagliarsi la sua bella chioma fluente e nera.
La prima volta che era entrata da quella parrucchiera non c'era nessuno, come oggi. Aveva un aggeggio sulla porta che suonava quando qualcuno entrava. Già questo l'aveva un po intimorita. E poi l'aveva guardata storta la parrucchiera bionda, dicendole che lei tagliava capelli solo ai maschi. La ragazza aveva insistito educatamente e la parrucchiera fu mossa da una sorta di compassione. D'altronde li voleva corti, da maschio. Voleva darsi un segno simbolico di cambiamento. E poi, i suoi erano neri. Questo aumentava in lei il senso di stridimento, di attrito, quel sentirsi esclusa pensando potessero essere visti con fastidio. Questo pensava la ragazza. In quel posto erano, ovviamente, tutti biondi.


- La curiosità uccise il gatto. - disse tra sè e sè la ragazza, come a volersi giustificare per il movimento maldestro che aveva compiuto con la testa. La parrucchiera smise di tagliare, lasciando le forbici sospese in aria. - E' un proverbio che si dice dalle mie parti...l'ha mai sentito? - continuò la ragazza. - No. - disse la parrucchiera. - Cosa vuol dire? - chiese alla ragazza. La ragazza parve riflettere. - Che il gatto è curioso, penso. - Non ci aveva mai pensato a cosa volesse dire. - Allora la parrucchiera gli chiese: - Allora chi è curioso muore? - La ragazza non sapeva cosa risponderle. Le disse che - la curiosità ti fa fare cose rischiose - disse.
La parrucchiera rimase in silenzio, come la trovasse banale, e riprese a tagliare.
Proprio per questo alla ragazza piaceva la parrucchiera, per questa spiccia serietà, senza troppe confidenze. Come la prima volta, quando gli aveva detto che tagliava solo agli uomini, ecco, perentoria, inflessibile, quasi orgogliosa, caparbia è la parola giusta. La ragazza lo riteneva tipicamente slavo quel modo, pensò. Glieli stava tagliando sulla nuca e, alla ragazza piaceva quando sentiva le sue dita infilarsi tra i capelli. Chiudeva gli occhi. Pensò che avrebbe dovuto aspettare un altro mese prima di tornare. Si vergognò di questo pensiero. Non era mica una sua amica, si disse. Eppure le sembrava la persona che sentiva piu vicina, almeno li, in germania.
La parrucchiera rimase in silenzio, come la trovasse banale, e riprese a tagliare.
Proprio per questo alla ragazza piaceva la parrucchiera, per questa spiccia serietà, senza troppe confidenze. Come la prima volta, quando gli aveva detto che tagliava solo agli uomini, ecco, perentoria, inflessibile, quasi orgogliosa, caparbia è la parola giusta. La ragazza lo riteneva tipicamente slavo quel modo, pensò. Glieli stava tagliando sulla nuca e, alla ragazza piaceva quando sentiva le sue dita infilarsi tra i capelli. Chiudeva gli occhi. Pensò che avrebbe dovuto aspettare un altro mese prima di tornare. Si vergognò di questo pensiero. Non era mica una sua amica, si disse. Eppure le sembrava la persona che sentiva piu vicina, almeno li, in germania.
(continua)
(1) Pubblicato nella rivista "Internazionale"
Lui è Patricio Pron clicca anche QUA' (un argentino. Non c'è niente di tradutto di lui in Italia, credo. Questa è un po una libera riscrittura.Troverò il tempo, magari scrivendolo nei commenti, di sciogliere le sensazioni che mi ha dato questo racconto. Che faccia.
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